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Trento, 11 novembre 2016 Apprendiamo con stupore e sgomento che il Consiglio dei Ministri ha approvato l'integrazione della norma di attuazione dello Statuto di autonomia in materia di caccia, che i cacciatori sono felici e così Rossi, Dellai e Panizza, che esagera chiedendo “di risolvere l'interpretazione troppo rigida della norma al fine di ridare il porto d'armi ai cacciatori che molto anni fa lo hanno perso per piccoli reati”. Che dire? Con questo si afferma, secondo loro, il pieno rispetto dell'Autonomia delle Province di Trento e Bolzano, che prevede dunque il sì alle deroghe venatorie nelle riserve naturali con il libero accesso dei cacciatori. Il tema era stato sollevato con forza lo scorso anno dal direttore del Parco dello Stelvio Franco Pedrotti che paventava esattamente quello che è successo: un superamento della legge nazionale 394/91 che proibisce di fatto l'attività venatoria nei parchi naturali nazionali, regionali e provinciali. Pedrotti prevedeva queste conseguenze in forza dello “spezzatino” regionalista del Parco nazionale dello Stelvio, affidato alle tre province, senza più una regia nazionale che lo salvaguardasse nel suo insieme. Su questa questione la Commissione dei 12 ha dato un convinto contributo approvando anche recentemente gli ultimi ritocchi sulla richiesta, considerata un fiore all'occhiello, ahimè, di un “aumentato spazio di autonomia” e relativa licenza di uccidere, da parte delle province di Trento e Bolzano Si prevede pure in una norma di attuazione, che “d'intesa con il ministro dell'ambiente, previo parere dell'Ispra, si possa disporre, per periodi determinati, variazioni dell'elenco delle specie cacciabili previste dalla normativa nazionale, purché la valutazione sullo stato di conservazione della specie sia soddisfacente e compatibile con il mantenimento della specie...”. Che dire? Viva l'autonomia che ci regala queste chicche di ambientalismo spinto, tutela dell'ambiente e degli habitat protetti che erano punto di forza e motivo di vanto per la nostra provincia e regione. Un arretramento non solo dal punto di vista ecologista e di rispetto e salvaguardia degli animali selvatici, ma anche sul piano culturale. Mentre il resto d' Italia, che ci invidiava lungimiranza e attenzione al nostro territorio e a tutte le specie viventi che lo abitano, si adegua velocemente alle normative più avanzate, e la legge 394 del 1991 lo era, noi in nome dell'autonomia speciale regrediamo. Bolzano vuole introdurre, apprendiamo, anche la caccia alle marmotte. Al peggio non c'è mai fine, verrebbe da dire. Certo questa non è l'autonomia avanzata, colta, che guarda all'Europa e al mondo, alle buone pratiche ambientaliste a cui molti trentini aspirano. Rimarchiamo con forza la nostra distanza e ferma condanna. Lucia Coppola
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